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Tutelare la salute umana conservando la biodiversità

Esiste un legame strettissimo tra le malattie che stanno terrorizzando il Pianeta e le dimensioni epocali della perdita di natura. Molte delle malattie emergenti come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviara, influenza suina e il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 (COVID19) non sono catastrofi del tutto casuali, ma sono la conseguenza indiretta del nostro impatto sugli ecosistemi naturali.

Il WWF Italia ha svolto uno studio scientifico proprio per capire quale sia questa relazione.

IL FENOMENO SPILLOVER, LA SORGENTE DEI NUOVI VIRUS
La comparsa di nuovi virus patogeni per l’uomo, precedentemente circolanti solo nel mondo animale, è un fenomeno ampiamente conosciuto come spillover.  In ecologia ed epidemiologia lo spillover - che si potrebbe tradurre come “tracimazione” - indica il momento in cui un patogeno passa da una specie ospite a un’altra, e si pensa che questo passaggio possa essere alla base anche dell’origine del nuovo coronavirus.

Recenti studi dimostrano, infatti, la somiglianza tra il SARS-CoV-2 e altri coronavirus simili presenti in alcune specie di chirotteri appartenenti al genere Rhinolophus, che potrebbero aver costituito il serbatoio naturale del virus. Questi pipistrelli sono abbondanti e ampiamente presenti nella Cina meridionale e in tutta l’Asia, il Medio Oriente, l’Africa e l’Europa. I chirotteri risultano tra gli ordini di mammiferi con più “familiarità” con i virus, probabilmente a causa di alcuni fattori biologici, quali l'abitudine a formare, per il riposo o il letargo, concentrazioni impressionanti (fino ad un milione di individui in un sito), ma anche la loro lunga storia evolutiva, che li ha portati a maturare con molti virus un legame di coabitazione coevolutiva, e la capacità di volare che li porta a diffondere e contrarre virus su aree molto estese.
Tuttavia, le ricerche hanno rilevato un’elevata corrispondenza tra il genoma del SARS-CoV-2 umano e il genoma di un coronavirus trovato in un pipistrello nella provincia cinese di Yunnan, sebbene si sia subito registrata una differenza tra le rispettive sequenze RBD, ovvero la sequenza genetica che codifica i recettori che servono ai virus per legarsi alle cellule e penetrarvi.
Questo ha portato a pensare che il virus del pipistrello, prima di arrivare all'essere umano sia passato attraverso un ospite intermedio.

Ancora non è certo quali specie animali abbiano fatto da ospiti nel caso del SARSCoV-2, vista la consuetudine, nel mercato cittadino di Wuhan dove si è evoluto il ceppo di Tipo II, di commercializzare animali selvatici vivi e macellarli in loco.
Nel frattempo ulteriori ricerche suggeriscono invece che proprio nei pipistrelli venduti vivi e macellati nei mercati cinesi vi sia l’origine dell’epidemia, da cui si sarebbe trasmessa da animale a uomo e successivamente per via respiratoria tra gli umani, tramite fluidi, colpi di tosse, starnuti.
In definitiva, ad oggi non sappiamo ancora quale sia stata l’origine del CoVID19.
L’unica certezza è che dietro la diffusione di questa nuova patologia si nasconde il commercio legale e illegale di animali selvatici vivi e di loro parti.
Questa pratica è veicolo per vecchie e nuove zoonosi e aumenta il rischio di pandemie che possono avere grandissimi impatti sanitari, sociali ed economici su tutte le comunità coinvolte.

DAGLI ANIMALI ALL’UOMO: ZOONOSI E LORO IMPATTO
Con zoonosi si intendono tutte quelle malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo.
Le malattie umane possono essere generate da una grande diversità di microrganismi, ma quelle che destano attualmente un maggiore interesse sono quelle di origine virale e soprattutto le zoonosi, anche dette malattie zoonotiche.

Queste malattie comprendono un gruppo eterogeneo di infezioni, che  possono essere causate da virus, batteri, funghi, altri organismi o agenti proteici non convenzionali (prioni). Le zoonosi conosciute sono molto numerose - oltre 200 secondo l’OMS - e il loro studio costituisce uno dei settori di maggior interesse della medicina umana e veterinaria. Sono zoonosi la rabbia, la leptospirosi, l’antrace, la SARS, la MERS, la febbre gialla, la dengue, l’HIV, Ebola, Chikungunya e i Coronavirus,  ma anche la più diffusa influenza.

Come avviene il contagio
Il contagio può avvenire, a seconda dei casi, per contatto diretto, come per la rabbia, tramite altri organismi vettori, fra cui diversi insetti (es. zanzare) artropodi (es. zecche), o altri veicoli di tipo ambientale e alimentare. Ovviamente per la nostra specie sono più pericolose quelle zoonosi che si trasmettono non solo dagli animali, ma che successivamente si adattano alla nostra specie consentendo, come per il virus ebola, che la malattia si diffonda tra uomo e uomo. Le zoonosi che riescono a trasmettersi da umano a umano sono le più pericolose perché con miliardi di esseri umani che si assembrano, socializzano e viaggiano possono generare vere e proprie epidemie se non pandemie, favorite dalla crescente globalizzazione.

Tra tutte le malattie emergenti le zoonosi di origine selvatica potrebbero rappresentare in futuro la più consistente minaccia per la salute della popolazione mondiale. Il 75% delle malattie umane fino ad oggi conosciute derivano da animali e il 60% delle malattie emergenti sono state trasmesse da animali selvatici. Le zoonosi causano ogni anno circa un miliardo di casi di malattia e milioni di morti. 

DISTRUZIONE DEGLI ECOSISTEMI: PRINCIPALI CAUSE
Gli ecosistemi naturali hanno un ruolo fondamentale nel regolare la trasmissione e la diffusione di malattie infettive come le zoonosi e quindi, nel sostenere e alimentare la vita, compresa quella della nostra specie.

Globalmente gli scienziati sono consapevoli che tra le cause della diffusione di malattie infettive emergenti, come Ebola, febbre emorragica di Marburg, SARS, MERS, febbre della Rift Valley, Zika e molte altre ancora, vi siano fattori importanti come la perdita di habitat, la creazione di ambienti artificiali, la manipolazione e il commercio di animali selvatici e più in generale la distruzione della biodiversità.

PERDITA DI BIODIVERSITÁ
L'impatto dell’uomo sugli ecosistemi naturali ha oggi modificato in modo significativo il 75% dell’ambiente terrestre e circa il 66% di quello marino e messo a rischio di estinzione circa 1 milione di specie animali e vegetali.
Alcune conseguenze dell'azione umana sul Pianeta e sugli ecosistemi potrebbero essere:
l'aumento dei siti di riproduzione dei vettori delle malattie
la perdita di specie predatrici e la diffusione amplificata degli ospiti serbatoio
i trasferimenti di patogeni tra specie diverse
i cambiamenti genetici indotti dall'uomo di vettori di malattie o agenti patogeni (come la resistenza delle zanzare ai pesticidi)
 la contaminazione ambientale con agenti di malattie infettive
 
 COMMERCIO ILLEGALE DI SPECIE
Tre quarti (75%) delle malattie umane fino ad oggi conosciute derivano da animali e la maggior parte (60%) delle malattie emergenti sono trasmesse da animali selvatici.

Il commercio di specie selvatiche (wildlife traffick) e il diretto contatto con parti di animali attraverso lo scambio di liquidi espone l'uomo a contatto con virus o altri agenti patogeni di cui quell’animale può essere un ospite.

E’ comprovato che il contatto con specie selvatiche come pipistrelli, civette delle palme, scimmie e altri animali può portare all’insorgere e contribuire alla diffusione di gravi zoonosi come la SARs (civetta delle palme), Ebola (primati).

DISTRUZIONE DELLE FORESTE
Le foreste ospitano milioni di specie in gran parte sconosciute alla scienza moderna, tra cui virus, batteri, funghi e molti altri organismi molti dei quali parassiti, nella più parte dei casi benevoli che non riescono a vivere fuori del loro ospite e non fanno troppi danni.

Oggi però il cambiamento di uso del territorio come le strade di accesso alla foresta, l’espansione di territori di caccia e la raccolta di carne di animali selvatici , lo sviluppo di villaggi in territori prima selvaggi, ha portato la popolazione umana a un contatto più stretto con l’insorgenza del virus.

Nelle foreste incontaminate dell’Africa occidentale, ad esempio, vivono alcuni pipistrelli portatori del virus Ebola. Così come è accaduto con patologie come la febbre gialla, la leishmaniosi o l’HIV, dove il virus si è adattato all’uomo a partire dalla variante presente nelle scimmie delle foreste dell’Africa Centrale.

UN NUOVO HABITAT PER I VIRUS EMERGENTI
Facilitati dalla distruzione degli ecosistemi e dal riscaldamento globale, dall’inquinamento e dall’aumento della popolazione i nostri veri nemici hanno nuovi spazi da conquistare e nuove prospettive di sviluppo.

Le periferie degradate e senza verde di tante metropoli tropicali si trasformano nell'habitat ideale per malattie pericolose come la febbre dengue, il tifo, il colera, la chikungunya.
I mercati di quelle stesse metropoli, che siano in Africa o in Asia, spacciano quello che rimane della fauna predata: animali selvatici vivi, parti di scimmie e tigri, carne di serpente, scaglie di pangolini e altro ancora, creando nuove opportunità per vecchie e nuove zoonosi.

E in tutta questa sarabanda il riscaldamento globale è l’ultimo perfetto condimento: tutti i virus e i  batteri  prediligono il caldo umido favorito dalle nuove condizioni climatiche.

PERCHÈ È FONDAMENTALE DIFENDERE GLI ECOSISTEMI
La grande varietà di specie animali e vegetali in relazione tra loro creano un ecosistema.

Tutti gli ecosistemi sono in grado di adattarsi agli stress associati alla riduzione della biodiversità in una certa misura, tuttavia la perdita di biodiversità ne riduce la complessità. Come in un puzzle a cui vengono a mancare alcuni pezzi, anche in questo caso le singole ma fondamentali componenti vengono perse, e l'ecosistema perde la sua capacità di riprendersi.

Gli ecosistemi in salute ed equilibrio sono l’alternativa a un immediato futuro fatto di ospedali sempre più grandi o disinfettanti sempre più tossici.
Dipende tutto da noi e dalle nostre scelte.

Dalla salute del Pianeta dipende la nostra
La pandemia provocata dal Coronavirus ci dimostra che non possiamo essere in buona salute se il nostro ecosistema è malato.

Qui potete trovare il Report completo di WWF Italia.