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UFAM - Quest'anno l'invito all’incontro dei ministri dell’ambiente dei Paesi germanofoni è pervenuto da Dominique Hasler, ministro dell'interno, della formazione e dell'ambiente del Liechtenstein. Oltre alla presidente della Confederazione, hanno partecipato anche Svenja Schulze, ministra tedesca dell'ambiente, della protezione della natura e della sicurezza nucleare, Leonore Gewessler, ministra austriaca della protezione climatica, dell'ambiente, dell'energia, della mobilità, dell'innovazione e della tecnologia, nonché Carole Dieschbourg, ministra lussemburghese dell'ambiente, del clima e dello sviluppo sostenibile.
Secondo la presidente della Confederazione Sommaruga: «Occorre fissare le giuste priorità»
L'incontro, previsto originariamente per marzo, ha avuto luogo per videoconferenza il 25 giugno 2020 e si è incentrato sulla gestione delle conseguenze della crisi del coronavirus. La presidente della Confederazione Sommaruga ha sottolineato che i fondi pubblici per il rilancio dell'economia dopo la pandemia da COVID-19 devono essere utilizzati a favore dell'ambiente e della popolazione. «Gli investimenti in nuove tecnologie rispettose del clima nonché in elettricità pulita e a prezzi sostenibili generata da energie rinnovabili creano posti di lavoro e mandati per l'economia. Adesso dobbiamo fissare le giuste priorità», ha affermato il Capo del DATEC.
Misure contro i cambiamenti climatici e la perdita di specie animali e vegetali
Le ministre hanno discusso dettagliatamente le misure per fronteggiare i cambiamenti climatici. L'entrata in vigore dell'accordo sullo scambio di quote di emissioni, il 1° gennaio 2020, ha rafforzato la collaborazione settoriale tra la Svizzera e l'UE. A febbraio la Svizzera ha annunciato i propri obiettivi climatici a livello internazionale, confermando la sua intenzione di ridurre del 50 per cento le emissioni di gas serra entro il 2030 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Le cinque ministre dell'ambiente hanno ribadito il loro impegno affinché tutti i Paesi e, in particolare quelli all’origine delle maggiori emissioni, raggiungano nell'anno in corso i loro nuovi obiettivi climatici nell'ambito dell'ONU.
Le ministre si sono inoltre confrontate in merito alle misure contro la perdita della diversità delle specie animali e vegetali, nonché degli habitat naturali. La Svizzera sostiene l'obiettivo internazionale della biodiversità secondo il quale entro il 2030 a livello mondiale sarà protetto complessivamente il 30 per cento delle superfici. La priorità è accordata alle zone protette che permettono il collegamento degli habitat. Dal punto di vista svizzero, è importante avere obiettivi chiaramente misurabili e indicatori che rilevino le principali cause della perdita della biodiversità.