Charta dei Giardini
La “Charta dei Giardini” è un documento nel quale sono esposte 10 semplici regole che, se ben applicate, trasformano il giardino in uno spazio propizio per accogliere la fauna e la flora locale, favorendo così una ricca biodiversità anche in ambienti urbanizzati e impoveriti dall’attività umana.
Le 10 regole pratiche esposte possono essere applicate a qualsiasi giardino, piccolo o grande, presente già da tempo o recentemente piantumato. Anche se un giardino è costituito semplicemente da una siepe, da un prato e da rododendri esotici, è sempre possibile cessare l’utilizzo di pesticidi, falciare in modo più naturale, praticare delle piccole aperture nelle recinzioni per il passaggio della piccola fauna, spegnere l’illuminazione quando essa è inutile e optare per delle piante selvatiche e indigene quando si presenta l’occasione di rinnovare la piantumazione.
In Ticino sono molti, tra enti pubblici e persone private, che hanno deciso di rendere il loro giardino un luogo più accogliente per scoiattoli, ricci, uccellini, e altri animali selvatici.
Vuoi sapere dove sono collocati questi giardini ad alta biodiversità? Scoprilo sulla nostra mappa interattiva!
di Pierre-André Magnin (2005 rivisto nel 2014), tradotto da Alessandra Tura (2019)
Quando il vecchio Noè morì nel sonno all'età di 104 anni, gli eredi decisero di vendere la sua casetta. Furono organizzate delle visite durante le quali gli interessati poterono ispezionare dapertutto e verificare la situazione in cui si trovava il giardino: con le sue erbacce e sterpaglie era la vergogna di quel quartiere di ville, tutte ben tenute. Del resto i vicini dicevano che Noè era un vecchio pazzo che tirava sassi ai loro gatti.
Alla fine la casa fu comprata da un certo sig. Martin, che da molto tempo cercava una piccola proprietà. Quando comunicò la bella notizia alla moglie e ai due figli, tutti fecero salti di gioia all'idea di lasciare il loro appartamento in centro città.
Me lo vedo già, il nuovo giardino, esclamò la signora.
Lo trasformeremo completamente e faremo spuntare i più bei rododendri del quartiere.
E io voglio un prato bello piatto per giocare a calcio con i miei amici. Disse il maggiore. Lo faremo, vero, papà?
A me piacerebbe avere due gatti: uno bianco e uno nero, precisò la piccola. Me li hai promessi, ti ricordi papà? Il sig. Martin promise che tutti i desideri sarebbero stati esauditi. Quanto a lui, sognava un'illuminazione scenografica per il giardino. Lavorava in banca, ma aveva sempre sognato di dirigere un teatro.
Visto lo stato dell'edificio e del giardino, si rendevano necessari dei grossi lavori.
Nei giorni successivi i Martin presero dunque appuntamento con varie imprese. E siccome non gli mancava il buon senso, decisero di andare a passare il fine settimana nella nuova proprietà, per immergersi nell'ambiente e studiare a fondo lo stato dei luoghi. Sacco a pelo, materassi gonfiabili, fornello a gas, indumenti di ricambio: sembravano pronti per andare in campeggio. E bisogna dire che anche loro avevano l'impressione di andare all'avventura. Alle 11 di sera i Martin si trovavano nel salotto vuoto della loro nuova casa a digerire i ravioli in scatola che avevano mangiato per cena. Erano seduti in cerchio, ognuno sul suo materasso, davanti a una grossa candela blu. La fiamma viva proiettava le loro ombre sui muri nudi e su una vecchia bibloteca, che nessun erede aveva voluto portarsi via.
Sopra la mensola più alta, il sig. Martin scorse dei libri dimenticati. Si alzò e, stirando in alto la mano per prenderli, fece cadere una busta che ondeggiò nell'aria per atterrare infine proprio accanto alla candela.
Al chiarore della fiamma si poteva leggere: "Per i nuovi proprietari".
Per un lungo momento la famiglia restò senza parole, finchè la sig. Martin prese in mano la busta e l'aprì delicatamente. All'interno c'era una lettera e un grande foglio piegato con cura. Era una mappa della proprietà, disegnata a mano e con tante note. E' del sig. Noè, annunciò, prima di cominciare a leggere con voce solenne:
"Cari nuovi proprietari,
benvenuti nella vostra nuova casa. Dovete sapere che l'ho costruita con le mie mani, quando ero giovane e questo quartiere era ancora un angolo di campagna. Anno dopo anno si sono aggiunte nuove abitazioni, ed ogni volta era la stessa cosa: i proprietari strappavano via i noccioli, i cornioli, i biancospini e gli arbusti che offrono agli uccelli rifugio per i loro nidi e frutti per l'inverno. Al loro posto tiravano su dei muri di tuja per nascondersi gli uni agli altri. C'erano dei campi dove spuntavano centinaia di piante che fiorivano in tutte le stagioni per la gioia delle farfalle, delle cavallette e delle coccinelle. Hanno arato il terreno e seminato il prato inglese, che inzuppavano di erbicidi per far sparire ogni traccia di muschio. Poi l'hanno tagliato a raso fino al confine della proprietà riducendo la natura a un tappeto verde, piatto, punteggiato di rododendri, mantenuto a forza di continue irrigazioni e illuminato per tutta la notte da lampade elettriche.
Nel corso dei lavori hanno interrato le sorgenti e prosciugato gli stagni facendo sparire tritoni, rane e libellule. Hanno sgomberato il terreno da ogni ramoscello e da ogni minima foglietta, non lasciando possibilità di rifugio neanche alla bestiolina più piccola. Infine, hanno lasciato liberi i loro gatti che hanno fatto fuori le talpe inoffensive, gli uccellini ancora maldestri appena usciti dal nido e le lucertole intorpidite dal freddo. Ho capito ben presto che tutto sarebbe finito sotto questo imperversare di attività.
Allora ho cominciato un paziente lavoro, che è durato vari anni: organizzare con cura il mio giardino, che ora è vostro, perché conservi piante e animali testimoni della ricchezza naturale del luogo. Mi dicevo che un giorno, forse, i miei vicini avrebbero cambiato idea, avrebbero imparato ad amare la diversità della natura e ad accoglierla anche dentro i confini della loro proprietà. Allora avrebbero potuto chiedermi piantine e semi, oppure lasciar crescere quelli che arrivavano trasportati dal vento.
Sulla carta troverete mappate tutte le specie che ho pazientemente riunito in questa proprietà. Ce ne sono più di 400, mentre i vostri vicini ne hanno solo una quindicina e per la maggior parte estranee al nostro territorio. Nel corso dell'anno sarete stupiti di constatare come si succedono sullo stesso angolo di terreno, dando ad ogni stagione fiori e profumi. I vicini le chiamano erbacce, ma molte si mangiano, sono utili per fare tisane eccellenti o per curare piccoli mali. Vi lascio qualche libro per identificarle e per imparare a prepararle.
Sempre sulla mappa sono indicati i posti frequentati regolarmente dagli animali per riprodursi, dormire o passare la brutta stagione, l'angolo di sabbia dove le lucertole depongono le uova, la sorgentella dove la salamandra fa nascere i suoi piccoli, la fusaggine che nutre il pettirosso, la tassa di legna sotto la quale sverna il riccio, i grossi steli cavi che salvano le cavallette d'inverno.
Con un po' di pazienza potrete assistere nel vostro giardino allo spettacolo della vita, paragonabile alle migliori trasmissioni televisive sulla natura. In bibloteca troverete dei libri che vi aiuteranno ad identificare insetti, uccelli e anfibi.
Ecco: avete tra le mani una vera e propria ARCA, un tesoro di biodiversità. Realizzarla è stato l'impegno e la gioia della mia vita. Sicuramente di questa ricchezza non si è fatto cenno nella vendita della casa e allora ci tenevo a farvela presente perché possiate organizzare la vostra nuova vita tenendone conto.
Vi auguro di essere felici in questa casa. Noè.
I Martin si guardarono per un lungo momento senza dire niente. Il ragazzino prese per primo la parola: sai papà, non è obbligatorio fare un campo da calcio nel giardino. Ce n'è uno molto grande a fianco della scuola.
Con una vocina dolce la piccola aggiunse: sono contenta che ci sia un riccio, lo chiamerò Ernesto e gli darò da mangiare le fragole. Non è necessario avere un gatto, come gli altri vicini. La sig. Martin, commossa per quello che aveva sentito, se li strinse tra le braccia. Anche dei rododendri possiamo fare a meno. Posso stupire i vicini invitandoli a gustare la miglior cucina alle erbe selvatiche di tutto il quartiere.
In piedi, davanti alla porta vetrata che dava sul buio del giardino, il sig. Martin ascoltava, pensieroso. Si chiedeva se doveva rinunciare anche lui alla sua bella illuminazione, quando scorse un triangolo di tre piccole luci verdi che ondeggiavano lentamente tra le erbe ... lucciole! bambini, venite a vedere, presto, ci sono tre lucciole nel giardino. E' da quando avevo la vostra età che non ne vedo più una!
Aderendo moralmente ai principi della Charta dei Giardini puoi fare qualcosa di concreto per la nostra biodiversità e questa decisione merita di essere promossa anche nel resto del tuo quartiere. Per questo scopo puoi ordinare, tramite l'apposito tagliando allegato al documento PDF, una bellissima placchetta con l'emblema ufficiale da esporre, prodotta in collaborazione dell'atelier protetto Fovahm di Sion (larice, 20 X 20 cm, spessore 23 mm).
È anche possibile realizzare delle placchette personalizzate, più grandi o magari impresse su un diverso supporto rispetto a quella da noi proposta. Per questo scopo è previsto il logo ufficiale della Charta dei Giardini scaricabile liberamente in formato eps. In questo formato elettronico il logo può essere inviato ad una tipografia specializzata che provvederà alla realizzazione delle placchette. In questo senso i comuni o le associazioni che hanno l'intenzione di promuovere pubblicamente la Charta dei Giardini sono libere di imprimere delle placchette con il nome del loro collettivo.
Com'è nata?
La “Charta dei Giardini” è nata grazie all'Associazione del quartiere di Conches (Chêne-Bougeries, Ginevra) che, nel 2007, ha avviato un progetto pilota con l’obiettivo sia di favorire le relazioni tra vicini di casa, sia di preservare la natura presente nel quartiere - il più ricco d’avifauna nidificante del Cantone di Ginevra. La Charta Giardini e il suo logo hanno visto la luce grazie al supporto e alla consulenza del comune di Chêne-Bougeries, del servizio Natura e Paesaggio dello Stato di Ginevra e di numerose persone che li hanno aiutati nel lavoro di progettazione.
A chi è destinata?
I quartieri più popolari sono spesso vecchi e con spazi naturali ricchi di natura. Presentano spesso ancora case contornate da prati fioriti e da sottobosco. Vi sono spesso alberi di alto fusto la cui ombra assieme al profumo dei fiori invita a passeggiare. Inoltre, vi sono muri a secco o interamente ricoperti di edera e siepi di vario genere ideali per fornire rifugio agli uccelli.
Anche i quartieri moderni, dove l’abitato è più denso e la vegetazione più giovane possono aspirare ad acquisire elevate qualità ecologiche se si procede all’impianto di alberi e arbusti indigeni e se i residenti si impegnano a gestire i giardini in modo da favorire l’avifauna e altri piccoli animali.
L’obiettivo della “Charta dei giardini” è sia evitare che i vecchi quartieri perdano la loro ricchezza faunistica e floristica a causa della pressione edilizia, sia riportare la natura nei quartieri più moderni e più densamente popolati.
Il giardino naturale (chiamato anche Giardino ecologico) è il risultato di un particolare stile di giardinaggio, basato sull'uso della flora autoctona, la ricostituzione di una vegetazione naturale, e il rispetto, fin dove è possibile, di tutte le componenti dell'ecosistema così realizzato. Un giardino naturale si basa sulle dinamiche naturali, è perciò di semplice manutenzione, di grande fascino e di alta qualità ecologica.
Il WWF Veneto ha deciso di promuovere la Charta dei Giardini nella propria regione:
https://wwfvillorbadotcom.wordpress.com/charta-dei-giardini/